Uscendo dall’antica basilica, una rampa di scale, sulla destra, conduce ai luoghi del santo e al museo degli ex voto. Entrando dal museo, il pellegrino si affaccia ad una finestra che guarda sul chiostro dell’antico convento; al centro il pozzo di S. Francesco scavato nel 1216 sul contestato confine dei Palmèrii di Tossicia, dei Castiglione di Penne e dei Conti di Pagliara di Isola.
Sulla destra, in basso, un lucernaio copre la cisterna di acqua piovana, da cui quasi ogni giorno San Gabriele attingeva per i suoi fiori. Sulla parete sinistra si apprezza la ricostruzione, effettuata nel 1924, del portale della chiesa francescana, risalente al 1590. Sulla parete di fronte, a nord, l’antica meridiana.
Proseguendo, dopo aver attraversato un corridoio con pareti tappezzate da ex voto, si arriva al museo che conserva i più importanti ricordi del santo: dagli oggetti e documenti del santo a quelli dei familiari, ex voto, quadri e reliquie insigni. Tra i quadri, da segnalare l’Immacolata del Bellisarii (1775) e la prima immagine di San Gabriele del Grandi (1879).
Dal museo si può vedere la CAMERETTA del TRANSITO, dove San Gabriele visse e morì il 27 febbraio 1862. A destra dell’altare è collocata parte del tavolo e pavimento occupati dal santo nell’antico refettorio al piano inferiore.
Usciti dal museo, a sinistra, si raggiunge il Coro (o cappella interna), inaugurato il 15 agosto 1853, dove San Gabriele pregava giorno e notte insieme alla comunità. I banchi, in noce con intarsi di olivo sono opera del passionista Fra Saverio e sono rimasti intatti come ai tempi del santo. Le 14 immagini della Via crucis sono le medesime del tempo del santo. Sopra l’altarino c’è una statua dell’Addolorata, così cara al santo e di cui riassettò il vestito come ora si conserva.
Al pianterreno si trova l’antico chiostro con i portali del Cinquecento e con una serie di 12 affreschi del Seicento, che raccontano la vita di San Francesco. Sempre al pianterreno si conserva l’antico refettorio; sulla destra del locale affiora un affresco con il Crocifisso, l’Addolorata e San Giovanni, datato al 1300.