Una nevicata che non si ricordava da almeno 40 anni, una sequenza di scosse di terremoto inusitata per intensità e lo strazio per la tragedia nell’albergo di Rigopiano travolto da una slavina. Freddo, paura, impotenza, pianto, rabbia e morte si sono abbattuti sulle Regioni dell’Italia Centrale, in particolare sull’Abruzzo, nella seconda settimana di gennaio.
Polemiche a parte, a noi piace rendere omaggio alle persone che sono venute a portare aiuto ed hanno alleviato le sofferenze delle popolazioni colpite dal terremoto e dalla nevicata. Ne abbiano incontrato alcune presso il Santuario di S. Gabriele, divenuto base per spedizioni di soccorso: Guardie Forestali e volontari (alcuni giovanissimi) del Soccorso Alpino della Regione Friuli Venezia Giulia (nella foto).
I soccorritori, gente normale e generosa, come ce ne sono tanti, che si mettono a disposizione delle autorità locali e così un giorno allacciano gli sci e portano viveri e medicine in casolari isolati; un altro caricano mezzi di trasporto attrezzati per far arrivare mangime, fieno, gasolio in fattorie e allevamenti. O semplicemente, come da noi al santuario, hanno spalato la neve ed hanno alleggerito dal peso del manto nevoso la terrazza dello stabile, già compromesso dal precedente terremoto, dove è la redazione della nostra rivista (sì, la nostra gratitudine è un po’ anche interessata!).
Un po’ maliziosamente abbiamo voluto provocarli per carpire l’atteggiamento d’animo con cui compivano il loro lavoro, magari celavano sotto il manto della generosità quell’antipatico senso di nordica superiorità. Hanno solo lodato la pazienza, l’amabilità, l’ospitalità, perfino il sorriso delle persone, in difficoltà, che avevano soccorso.
Attraverso loro vogliamo rendere omaggio a tutti i soccorritori, volontari e non, che in questa, come in altre calamità , si mobilitano per portare aiuto.