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IL MONDO NON È FATTO PER TE

“Che fai nel mondo? Tu non sei fatto per il mondo». Sono queste le parole che la Madonna disse a san Gabriele dell’Addolorata il 22 agosto 1856 a Spoleto, durante la solenne processione con l’icona della Vergine, patrona degli spoletini, per le vie della città. Gabriele aveva compiuto 18 anni, già presentiva la propensione alla vocazione religiosa ma era ancora indeciso. Le parole che Maria gli rivolse aiutarono il giovane nelle sue scelte di vita, ed egli ne fu sempre riconoscente. Scrisse in una sua lettera: “In quali abissi sarei sicuramente andato, se Maria benigna anche con chi non l’invoca, nell’ottavario della sua assunzione, non soccorreva”.

Prendiamone dunque lo spunto per una riflessione ampia che al termine offra la possibilità della risposta di ognuno alla medesima domanda: Che fai nel mondo?

Nel Vangelo di Giovanni si trova innanzitutto un diverso modo di utilizzare la parola “mondo”. Ci è detto che Gesù, il Verbo: “Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto” (Gv 1,10). Il mondo qui rappresenta il creato e la realtà umana che il Figlio di Dio ha assunto facendosi uomo. Questo è il significato più immediato: il mondo è la vita stessa con al centro l’uomo, quella vita che Dio ama e vuole salvare.

C’è poi un altro significato dato alla parola “mondo”. È il significato più spirituale, quello che identifica la realtà umana in opposizione al Regno di Dio con Gesù al centro. Di sé stesso infatti Gesù dice agli scribi e ai farisei: “Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo” (Gv 8,23). Gesù poi applica questo termine anche ai suoi discepoli: “Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo” (Gv 17,14b). Questo mondo è quello opposto a Dio, quello di Satana “principe del mondo” (Gv 14,30).

Nella diversa modalità di intendere il mondo, si comprende dunque che il suo significato può essere sia quello di “luogo della missione”, “realtà umana da amare e da salvare”, sia contrariamente “la realtà umana in quanto peccato”, “luogo del diavolo”, realtà che i discepoli devono fuggire: “Non amate il mondo, né ciò che è del mondo!” (1Gv 2,15).

Ritornando perciò alle parole che la Madonna ha detto a san Gabriele: Che fai nel mondo? Possiamo cogliervi una domanda molto importante: Qual è il nostro posto nel mondo? Siamo in attesa di una possibilità di salvezza? Gesù è per noi ancora una realtà da conoscere? Oppure ci sentiamo già parte della comunità dei discepoli, per cui viviamo nel mondo con la consapevolezza della missione specifica cristiana? La Vergine Maria disse a san Gabriele: Tu non sei fatto per il mondo. Possiamo bene intendere un significato: “Tu non sei fatto per la mondanità”, non sei fatto per appartenere al principe di questo mondo, ma per appartenere a Dio. Sei di Dio. Sii di Dio.

Il mondo, perduto e da salvare, con tutte le sue possibilità e contraddizioni, è dentro di noi e intorno a noi. Così papa Francesco ne offre una descrizione: “Il grande rischio del mondo attuale, con la sua molteplice ed opprimente offerta di consumo, è una tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata (Eg 2). Per uscire da questa tristezza occorre seguire la gioia del Vangelo. Il papa, naturalmente, nota anche gli aspetti positivi del mondo: “Si devono lodare i successi che contribuiscono al benessere delle persone, per esempio nell’ambito della salute, dell’educazione e della comunicazione” (52). De-nuncia però l’economia di esclusione, la cultura dello scarto e il benessere materialista che anestetizza. Accenna anche alle sfide del fondamentalismo: “A volte queste si manifestano in autentici attacchi alla libertà religiosa o in nuove situazioni di persecuzione dei cristiani, le quali, in alcuni Paesi, hanno raggiunto livelli allarmanti di odio e di violenza” (61). Diversamente il mondo occidentale è chiuso nell’individualismo e nella cultura dell’apparenza, per cui “sei ciò che comunichi”. Anche la fede è intesa in termini privati, individuali, ognuno a modo suo. Tutto è relativo, e ciò che tende a proporsi come verità viene inteso come aggressione alla libertà, con il risultato di una grande confusione e perdita della possibilità di capire la vita.

Tra fondamentalismo e consumismo viviamo in continuo cambiamento. Molte cose sembrano in via di nuova collocazione culturale, anche la religione. Speriamo di fare un mondo migliore? Tu che fai nel mondo?

 

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