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Il murales e la Chiesa della speranza

Due progetti semplici e complessi, a San Giusaeppe Jato, nell’arcidiocesi di Monreale, che restituiscono a un pezzo di Sicilia il gusto del sorriso e la passione per il bene comune

Un murales, realizzato giusto un anno fa in uno di quartieri degradati di San Giuseppe Jato, un comune della città metropolitana di Palermo, nell’arcidiocesi di Monreale. E, oggi, una nuova chiesa parrocchiale da realizzare attraverso un Progetto nazionale della Cei in Contrada Piano Peri all’interno del complesso Redemptoris Mater di Cinisi, alle spalle della Montagna Longa, nelle campagne vicino a Palermo. Obiettivi? Rendere quartiere e chiesa, società e fedeli, sacro e profano non più distanti, ma uniti dalla ricerca del bello che si fonda su una speranza etica, civile e religiosa.

Un anno fa, a San Giuseppe Jato, il 22 luglio, viene dipinto il murales della speranza. Tutto il quartiere attende da mesi la realizzazione del murales, c’è pure chi ha messo a disposizione i propri attrezzi da lavoro e il tempo libero per le fasi preliminari. Un’azione dal basso, autofinanziata, capace di tirar fuori lo stupore e la voglia di “sporcarsi le mani” per passare da un sogno alla realtà, dall’elencazione infinita di tutti i disservizi e i problemi alla straordinaria energia che si sprigiona quando insieme ci si ritrova a vivere con occhi nuovi un quartiere.

La Laudato si’ di papa Francesco non è solo un’esortazione per la lettura. Qui è attuazione pratica di un cristianesimo che ha voglia di sporcarsi le mani e stare in mezzo alla gente. Giovanna Parrino, presidente diocesana di Monreale dell’Azione cattolica e parrocchiana del Santissimo Redentore di San Giuseppe Jato, ci racconta.“Il bisogno del murales nasce dal desiderio di regalare al quartiere e ai suoi numerosi bambini una giornata di appartenenza e di festa, di ritrovo e di conoscenza reciproca, di arte e cultura. A pochi metri dalla scalinata che ha accolto il murales, visibile da chiunque transiti il corso principale, vi è la scuola primaria Giovanni Falcone e tutto l’anno  la popolazione studentesca si ritroverà uno scorcio da ammirare e un monito da meditare con l’aiuto di genitori e insegnati: Un bambino, un insegnante, una penna e un libro possono cambiare il mondo. Si tratta della celebre frase della giovane Malala, premio Nobel per la Pace, ben visibile salendo le scale. Così dall’amicizia con un giovane e brillante artista di Partinico, Giuseppe Vaccaro, amante del blu e della street art, il quartiere si è animato: bambini che non si erano mai visti hanno guardato con stupore la magia di un pennello che crea forme e colori dando il loro contributo. Dai like sui social alla disponibilità dell’amministrazione comunale pronta ad autorizzare i lavori, in tanti hanno fatto sentire il loro apprezzamento ed entusiasmo. Le idee sono come la luce, cercano la luce… e talvolta, dopo un lento travaglio, vengono alla luce. È questa la motivazione che ci ha spinti a riprodurre la famosa opera di Vincent Van Gogh. Che questo sia avvenuto a San Giuseppe Jato, da molti conosciuta per la mafia è credere nella forza del bene che è dentro ognuno di noi”.

Un cambiamento che continua ancora oggi. Così, il complesso Redemptoris Mater di Cinisi è stato scelto da un Progetto della Cei come una delle novità eco ambientali e architettoniche riguardanti la costruzione di chiese. Il nuovo complesso parrocchiale in Contrada Piano Peri, infatti, si inserisce come cerniera tra la città e la periferia urbana, sposando un principio insediativo che rispetta e integra le complessità morfologiche, tipologiche, territoriali e paesaggistiche delle due parti di città. I quartieri degradati non verranno più lasciati soli. Viene tracciato un triangolo simbolico che lega la nuova chiesa alle due chiese storiche di Cinisi, Santa Fara ed Ecce Homo, dando maggiore forza al già preesistente asse storico di forte connotazione cristiana caratterizzato dal corso principale che lega le due chiese.

Anche rispetto al resto del territorio parrocchiale il campanile risulta ben visibile. Tutto è collegato, tutto si guarda, si tocca. Persino il monte Pecoraro, elemento fortemente caratterizzante il luogo, si staglia sullo sfondo dell’asse principale della chiesa. Una chiesa ecologica aperta al territorio, dunque. Con grandi spazi per tutti. Previste otto aule destinate ai corsi catechistici e un grande salone parrocchiale. Il salone potrà essere utilizzato per l’accoglienza ai poveri e ai disadattati, per le riunioni dei gruppi parrocchiali, per le attività di ricreazione sociale, quali concerti e recite. Si tratta di attività che favoriscono il coinvolgimento delle fasce più deboli, come anziani e bambini e stimolano l’integrazione sociale. Inoltre, negli spazi esterni può svolgersi la naturale prosecuzione delle attività pastorali. Infatti, la “piazza della comunità” è destinata a manifestazioni e attività all’aperto. E non manca lo sguardo ai bambini, con il giardino delle essenze e degli aranci amari, collocati alle spalle delle aule catechistiche.

Due progetti, il murales  e la nuova chiesa, semplici e complessi, che restituiscono a un pezzo di Sicilia il gusto del sorriso e la passione per il bene comune.

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