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IL PASSATO CHE NON VUOLE PASSARE

Provate a mettere lo specchio nel quale si legge il passato di fronte allo specchio dove è possibile leggere il futuro. Sarà un gioco di rimandi: nel passato si leggerà il futuro e viceversa. Qualcuno di voi osserverà che si stratta di un giochetto per visionari. Ma si tratta veramente di un gioco, oppure esaminando per esempio quello che è accaduto lo scorso anno in Abruzzo riusciremo a prevedere l’andamento dell’anno che abbiamo appena inaugurato?

Come sia, è tempo di oroscopi e allora perché sottrarci a questo esercizio cabalistico? Proviamo. Intanto, possiamo cominciare l’anno con un sospiro di sollievo: è finito il 2016, bisesto e quanto mai funesto. Ci ha regalato ogni sorta di sciagure: dalle terrificanti devastazioni di paesi e città dell’Appennino, ai violenti scuotimenti politici del referendum costituzionale. Siamo diventati più poveri, soprattutto i giovani. Un bambino su quattro lo ha vissuto in situazioni di profondo disagio sociale (l’Abruzzo non ha fatto eccezione, anzi). Le mense della Caritas hanno dovuto fare i doppi e anche i tripli turni. I contenitori per lo smaltimento degli indumenti usati e laceri hanno ricevuto più visite delle luminescenti boutiques nei piccoli e grandi centri urbani. Chi era ricco lo è diventato di più, mentre chi riusciva a sbarcare il lunario è precipitato nella tromba della scala sociale fino all’ultimo gradino.

Vabbè, però così non vale. Se nello specchio del passato dobbiamo vaticinare il tempo che verrà, il nostro futuro non ha scampo. Proviamo senza lo specchio del passato, allora. Attenti a non romperlo però, perché diventerebbe roba da malocchio. Togliamolo con cautela. Senza di esso le cose vanno sicuramente meglio. Con il solo specchio del futuro finalmente è possibile vedere la ripresa dell’occupazione, soprattutto dei giovani. Le elezioni portano nei comuni abruzzesi amministratori competenti, onesti e trasparenti. Gli immigranti non sono costretti a vivere sotto i ponti o nei tuguri di campagna. I bambini vivono in famiglie capaci di assicurare loro una crescita serena. Le piccole e medie imprese della regione non chiudono più, anzi si ingrandiscono e assumono. I tempi di attesa nella sanità pubblica sono pressoché azzerarti.

Guardate, ammirate come nello specchio del futuro la ricostruzione dell’Aquila si compia nei giusti tempi e nell’idoneo disegno urbanistico. Cose mirabolanti, da non credere. Addirittura persone preparate e competenti alla guida delle istituzioni e degli enti più importanti. Politici che smettono l’arroganza del potere e diventano campioni di ascolto dei bisogni e delle esigenze della gente.

Che meraviglia senza lo specchio del passato! Che bel mondo sarebbe senza la storia. Sarebbe un eterno presente, anzi presente-futuro. Un mentre permanente nel quale ognuno può realizzare le proprie aspirazioni e i propri sogni. Auguri per un 2017 senza quel passato che non vuole passare mai.

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