miracoli

La “calda” estate dei pescatori

A rischio gli allevamenti di molluschi e crostacei

La previsione di un’altra estate calda fuori misura mina le certezze dei pescatori e di quanti collaborano con loro nell’attività di pesca e nell’allevamento e commercializzazione dei molluschi lungo i 160 km di litorale regionale. Da almeno due anni il prodotto del mare sta subendo le controversie della natura con l’incidere sulla sua produzione attraverso cinque principali minacce alla biodiversità: la perdita e la frammentazione degli habitat naturali, l’inquinamento, il cambiamento climatico globale, la gestione non sostenibile delle risorse naturali e l’introduzione di specie aliene.

Ad alzare la bandiera bianca di resa, almeno per quest’anno, è la cooperativa che si occupa delle cozze selvatiche di Portonovo, sulla riviera del Conero, che i locali chiamano moscioli. Squisita produzione per i buongustai del mare di Europa e Stati Uniti per quel gusto unico che gli viene da una riproduzione spontanea che prolifica su rocce immerse nell’acqua. Le mucillagini della scorsa estate hanno causato una moria nei fondali dove crescono i molluschi, lasciando intatto solo il seme che va ora salvaguardato in vista della raccolta del 2026. Ciò favorirà anche il ripopolamento. Del resto, trattandosi di un presidio “slow food”, non si poteva derogare dalle norme che ciò comporta, con richiesta di un ristoro economico per gli addetti.

Va meglio per gli allevamenti di pesci, molluschi e crostacei realizzati in zone delimitate e salvaguardate della costa. Ma anche in questo caso venti giorni di afa e mucillagini possono decretare in anticipo la conclusione della raccolta. Nel 2024 nelle Marche figuravano 24 vivai di mitili, 7 banchi naturali degli stessi (4 prospicienti la zona del Conero e 3 la zona mare tra Pesaro e Gabicce), un’area di stabulazione, un allevamento di ostriche e 68 banchi naturali di vongole. Quest’ultimi distribuiti in modo praticamente uniforme a ridosso del litorale. Anche fenomeni alluvionali e pesca indiscriminata possono attentare alla sopravvivenza. A occuparsi di maricoltura vi sono la Mitil Marche, che alleva in mare aperto cozze e vongole tra Marche e Puglia, e la Bivi di Civitanova Marche che fa crescere e commercializza cozze e ostriche vicino Porto Recanati. Ancora con i mitili opera la società agricola di Porto San Giorgio Mitilsangiorgio con l’utilizzo di metodi che assicurano il controllo della qualità e della sicurezza del prodotto attraverso norme rigorose.

La piccola pesca è concentrata nel consorzio Cogepa con sede dirigenziale a San Benedetto del Tronto, che raccoglie 170 imbarcazioni attive entro le 12 miglia tra San Benedetto e Porto Sant’Elpidio. Struttura molto attenta alle problematiche ambientali, che ha un punto di riferimento nel sangiorgese Basilio Ciaffardoni, vice-presidente, in arte il “Cozzaro nero” per la generosità e la passione che lo contraddistinguono da un ventennio.