miracoli

La nuova tentazione dell’info-latria

Nella nostra epoca di software sempre più potenti, che da programmi si trasformano in app, e poi in assistenti vocali, e infine in agenti artificiali intelligenti, si paventa all’orizzonte il rischio della infolatria, una sorta di adorazione dell’informazione e dell’informatica a scapito della realtà reale, che non può essere semplicemente pensata ed organizzata in modo computerizzato, ma richiede di essere attesa e vissuta. C’è il rischio di un’esistenza monomodale, in cui la vita umana si pieghi alla modalità informatica e si perda la peculiarità dell’incontro reale, parola per parola, viso a viso, occhi verso occhi.

Come siamo arrivati a questo punto? I social media hanno rivoluzionato la comunicazione digitale. Facebook, lanciato nel 2004 da Mark Zuckerberg, ha trasformato le interazioni online, connettendo miliardi di persone a livello globale. Inizialmente incentrato sui campus universitari, è diventato rapidamente la piattaforma dominante per la condivisione di vite, foto e pensieri. Contemporaneamente, WhatsApp, acquisito da Facebook nel 2014, ha semplificato la messaggistica istantanea, rendendo le chiamate e i messaggi gratuiti e accessibili in tutto il mondo, soppiantando gli SMS.

È venuto poi il tempo della comunicazione fatta da “sole immagini”, con Instagram (2010), che ha spostato il focus sulla condivisione di foto e brevi video, introducendo filtri e strumenti di editing facili da usare. Oggi, le sue “Storie” e i “Reel” continuano a evolversi, puntando su contenuti brevi e immersivi. TikTok (2016), invece, ha ridefinito il concetto di intrattenimento con video musicali brevi e un algoritmo di scoperta potentissimo, che ha reso virali creator e trend globali, specialmente tra i giovani. Anche il “vetusto” Youtube si è adattato ai nuovi ritmi, e non è rimasto indietro introducendo il formato verticale, con gli shorts da 90 secondi. E ultimamente l’intelligenza artificiale (IA) sta plasmando il futuro del digitale. Dai consigli personalizzati sui social media agli assistenti virtuali e alla generazione di contenuti, l’IA è onnipresente. Le reti neurali e il machine learning permettono analisi di dati immense, migliorando l’esperienza utente e creando nuove opportunità. Chatbot avanzati come ChatGPT, Gemini e altri strumenti di generazione immagini come Midjourney mostrano il potenziale trasformativo dell’IA, promettendo un’era di interazioni sempre più naturali e intelligenti con la tecnologia. Ma attenzione, il paradigma tecnico imperante di questi LLM (large language model), caratterizzato dalla modalità domanda e risposta spinge a un rapporto binario servo padrone, che toglie molta ricchezza all’usualità dell’incontro (aperto) dell’umano con l’umano.

E poi in definitiva chi è il padrone e chi il servo? Chi fa le domande o chi è capace di rispondere e rendere dipendente chi fa le domande? Dietro alle tante risposte ci sono logiche commerciali di grandi aziende che hanno interessi milionari. Che fare? Ricordarsi, ad esempio, di prendere una pizza o un gelato con gli amici, fare lunghe passeggiate in montagna o sulla riva del mare, ma non nel multiverso…

Buona estate a tutti!