La pandemia causata dal coronavirus Covid-19, che nei primi mesi del 2020 ha causato nel mondo più di mezzo milione di morti, non ha risparmiato l’Abruzzo che ha contato qualche centinaio di vittime, ma anche molti guariti. Il 21 giugno 2020 è venuto al santuario Simone, un giovane abruzzese, per ringraziare il santo per averlo protetto nel corso della sua grave malattia causata dal virus.
Sono Simone Padula, ho 23 anni e sono di Città Sant’Angelo, in provincia di Pescara. Voglio raccontarvi la mia esperienza contro il Covid-19. Tutto è iniziato il 22 marzo 2020, quando ho avvertito i primi sintomi influenzali come tosse, febbre, mal di testa. Assumendo vari farmaci, ho notato che questi sintomi erano sempre più presenti. Peggioravo giorno dopo giorno, la respirazione era diminuita notevolmente e così mia mamma ha deciso di chiamare il 118: i sintomi erano quelli del Covid-19.
Appena sono arrivato all’ospedale civile di Pescara, mi hanno fatto la Tac ai polmoni e mi hanno subito messo l’ossigeno: avevo la polmonite da Covid-19. Ho passato tutta la notte con l’ossigeno e la mattina dopo mi hanno comunicato che la mia situazione era grave: dovevano intubarmi, altrimenti rischiavo di morire. Sono stato trasferito d’urgenza al reparto Covid-19 dell’ospedale di Sulmona (AQ). Miracolosamente, il giorno dopo mi sono risvegliato; mi hanno tenuto un altro giorno in osservazione e la respirazione era migliorata molto: mi sentivo rinato.
Il pomeriggio successivo mi hanno riportato all’ospedale di Pescara nel reparto di malattie infettive, mi hanno tenuto altri dieci giorni in osservazione e mi hanno fatto dei controlli che sono stati sempre negativi, per questo il 10 aprile mi hanno dimesso dall’ospedale.
Il momento più bello ed emozionante è stato quando il giorno in cui sono tornato a Pescara, mi hanno restituito il telefono e ho trovato moltissimi messaggi da parte della mia famiglia (molto devota di san Gabriele), della mia ragazza, dei miei amici, dei miei colleghi di lavoro e di altre persone che hanno pregato san Gabriele per me e sperato per me. L’altro momento emozionante è stato il rientro a casa dove la mia famiglia mi ha accolto piangendo e con scritto “Bentornato Simone”. Ringrazio di vero cuore il Signore e il caro santo per la guarigione avuta.