miracoli

La stagione dei contratti

I rinnovi nel pubblico impiego

C’è necessità di innalzare il livello di salari e stipendi dei lavoratori, a partire dalla questione del salario minimo. Quindi il settore pubblico e quello privato, per finire con l’auspicata riduzione della pressione fiscale complessiva sui redditi delle persone fisiche

Il 2025 appena iniziato sarà caratterizzato, nel campo del lavoro, dalla necessità di innalzare il livello di salari e stipendi dei lavoratori, a partire dalla questione del salario minimo, per continuare con i rinnovi contrattuali nei settori pubblici e privati, per finire con l’auspicata riduzione della pressione fiscale complessiva sui redditi delle persone fisiche. Partendo dal dato che ci sono, purtroppo, diversi contratti collettivi che non vengono rinnovati da alcuni lustri, la stagione più importante da questo punto di vista, non fosse altro per le ripercussioni che essa ha nei confronti della finanza pubblica, è sicuramente quella del comparto del pubblico impiego (statali, autonomie locali e regioni come l’Abruzzo, scuole, aziende a carattere pubblico e così via). Il confronto tra sindacati ed Aran (ossia l’agenzia che contratta per conto dello Stato) si è rivelato piuttosto aspro, anche in considerazione della perdita del potere di acquisto subita dai dipendenti per via dell’alta inflazione registrata in questi ultimi anni e che andrebbe, appunto, recuperata in sede di adeguamento economico. Naturalmente, in discussione ci sono anche gli sviluppi di carriera, le condizioni di lavoro e tante altre cose. Soffermiamoci sulle principali.

Si inizia con una proroga al 31.12.2026 del termine per l’attivazione delle progressioni verticali in

deroga. La proroga lascia aperto, inoltre, lo spazio per ulteriori future misure volte ad autorizzare la destinazione di risorse aggiuntive, rispetto a quelle previste per le ordinarie spese assunzionali per le progressioni verticali, così come rispetto ad un ripensamento degli istituti e degli strumenti

oggi disponibili per la riqualificazione professionale ed i passaggi di carriera.

C’è, poi, la possibilità di individuare in sede di contrattazione integrativa le ulteriori ipotesi che consentono l’estensione del numero di giorni di attività resa in lavoro agile o in modalità da remoto, così come è resa possibile la destinazione di ulteriori risorse finanziarie alla corresponsione dei compensi per il lavoro straordinario e l’innalzamento del valore massimo da 18.000 a 22.000 euro annui per la retribuzione di posizione per i titolari di incarico EQ (elevata qualificazione).

In relazione alla rivalutazione degli stipendi tabellari si prevede un incremento pari al 7,32 % dello stipendio, ossia:

  • 141,50 euro per 13 mensilità per l’Area dei funzionari ed EQ;
  • 130, 41 euro per l’Area degli istruttori;
  • 116, 03 euro per l’Area degli operatori esperti;
  • 111,45 euro per l’Area degli operatori.

A tali risorse si aggiungeranno quelle relative alla possibilità degli enti di rifinanziare i fondi per la contrattazione integrativa fino allo 0,22% del monte salari 2021, che andrebbero a sommarsi agli 8 euro pro-capite di incremento dei fondi per la contrattazione integrativa stessa.

Sarà dovuto un doppio buono pasto in caso di eventi calamitosi, consultazioni elettorali, esigenze operative, eccetera, che richiedano prestazioni giornaliere di durata maggiore rispetto a quelle ordinarie con riconoscimento dei tempi di vestizione e svestizione anche per altri profili professionali ulteriori rispetto a quelli socio- sanitari e compartecipazione degli enti alle spese di iscrizione agli ordini professionali, se l’iscrizione è richiesta come requisito ai fini dell’esercizio delle relative mansioni. Infine, potranno essere estese anche ai dipendenti pubblici le agevolazioni fiscali sui premi di produttività, attualmente riservate solo ai dipendenti del settore privato.