Sono Antonella, una giovane mamma molisana. Nel marzo 2014 venni a conoscenza dell’arrivo al mio paese Ripalimosani (CB) delle reliquie di un santo, quelle di san Gabriele dell’Addolorata. Pur essendo una persona molto credente, ammetto di non averne mai sentito parlare e fu per questo che, spinta dalla curiosità mi documentai e partecipai con gioia. Immediato fu il coinvolgimento emotivo alla vista del santo, tanto che subito ebbi l’istinto di affidargli la creatura che avevo in grembo.
Avevo nella tasca un ciucciotto azzurro regalatomi da una cara amica, ma non sapevo ancora se era una bimba o un bimbo. So solo che lo strinsi per tutto il tempo, promettendogli che, se fosse stato un maschio, lo avrei chiamato Gabriele.
Dopo due mesi in realtà seppi che era una femminuccia, decidemmo allora di chiamarla Maia. Quando Maia aveva 9 mesi, mi accorsi di aspettare un altro bambino. Fu tutto molto inaspettato, non mi sapevo spiegare questa gravidanza, i conti non tornavano. A meno di un mese dal concepimento e in prossimità del mio compleanno, dissi a mio marito: “Non desidero regali materiali, per quel girono portami al santuario di San Gabriele”. Quel giorno lasciai una lettera affidando con parole amorevoli i miei due figli a lui affinchè li proteggesse sempre.
Dopo 15 giorni ebbi delle serie minacce di aborto. Ci trovavamo fuori sede, ebbi delle perdite emorragiche ed eravamo convinti di averlo perso. Non c’erano ospedali nelle vicinanze, non potevamo capire cosa fosse successo e in un momento di tristezza, ma anche di fiducia, dissi a mio marito: “Se andrà tutto bene, lo chiameremo Gabriele”. Dopo qualche giorno appurai che l’embrione era ancora vivo… i nove mesi successivi furono una meraviglia.
Ma la cosa più grandiosa fu quando Gabriele si preparava a nascere. L’attimo prima che venissi portata in sala parto la mia compagna di camera, augurandomi buona fortuna, mi dice: “Come lo chiamerai?”. E io: “Gabriele!”. E lei: “Bello, oggi nasce e il 27 di questo mese già festeggerà il suo primo onomastico perché si celebra san Gabriele dell’Addolorata”. Era il 9 febbraio 2016. In quel momento lessi quelle parole come segno della sua vicinanza. Ogni giorno nei mesi che si sono susseguiti, ho sempre avvertito la vicinanza e la forza di san Gabriele.