Due parole per spiegare e un po’ giustificare questa nuova pagina di riflessione mensile con i nostri lettori. Una nuova rubrica. Una colonna (column) come dicono gli anglosassoni.
Mi piacerebbe piuttosto chiamarla una finestra. A cui potersi affacciare ogni volta che ci si trova frantumati dagli impegni quotidiani e si sente bisogno d’aria pura. Guardare il mondo vicino e lontano, gli umani e gli animali, le case e i campi, le valli e le montagne, la creazione e gli orizzonti, il sole e le nuvole, il cielo stellato o imbronciato. E pensare: più in alto, più oltre. Spunti per la vita spirituale, ma a partire dalla vita materiale.
L’oltre della fede, che non si è mai sicuri di averla eppure è impastata nella nostra umanità carnale e inquieta, talvolta insopportabile ma importante perché persino Dio l’ha fatta sua. L’oltre della speranza, che è energia resistente e testarda perché sa che se qualcosa è iniziato deve essere completato, se qualcosa è promesso sarà mantenuto. L’oltre dell’amore, che ormai è umano e divino insieme, non sai mai se prima l’uno o l’altro perché sono inscindibili, ma assicura che nella vita può succedere tutto ma tutto è grazia, cioè salvezza nell’abbraccio della tenerezza di Dio.
Guardare oltre quando i problemi
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