Un bicchierino di punch, tipico liquore abruzzese, è un concentrato di energia. Questa eccellenza si deve all’intuizione di esperti speziali con all’attivo sopraffini “liquori d’erbe”, deliziosi e curativi, realizzati utilizzando le piante aromatiche della Majella, a volte messe in sinergia con le spezie d’Oriente.
Contrasta efficacemente il freddo pungente di febbraio e i “malesseri” interiori. Un bicchierino di punch scalda e rinfranca. Il tipico liquore abruzzese di colore ambrato, profumato e gustoso è un concentrato di energia, bevanda versatile, viene in inverno diluito in acqua bollente, in estate con ghiaccio. Può essere però anche servito, a fine pasto, nel latte, sul gelato, nella frutta in guazzo o per aromatizzare un dolce. Per le sue virtù balsamiche, digestive e tonificanti fece esclamare così il poeta Cesare De Titta (1862-1933): “Bevanda che fa’ cambà cent’anni e cente misi”. Si ottiene per infusione a freddo di bucce di agrumi (arance, mandarini, limoni), molto maturi e profumati, aggiungendo zucchero caramellato, alcool e rum di alta qualità nella variante artigianale. Nella ricetta casalinga la buccia di agrume, tagliata finemente, si pone a macerare in alcool, si caramella in un tegamino un po’ di zucchero che poi verrà aggiunto in una quantità maggiore di zucchero sciolto a fuoco lento in acqua. Allo sciroppo raffreddato si unirà quanto già messo in infusione e, dopo un accurato mescolamento, si procede alla filtrazione e all’imbottigliamento.
Questa eccellenza d’Abruzzo si deve all’intuizione di esperti speziali con all’attivo sopraffini “liquori d’erbe”, deliziosi e curativi, realizzati utilizzando le piante aromatiche della Majella, a volte messe in sinergia con le spezie d’Oriente. I tre i più famosi antesignani sono Ovidio Alleva di Fara San Martino (CH), Francesco Jannamico di Villa Santa Maria (CH) e Antonio Evangelista di Borrello (CH). Gli eredi, poi, hanno continuato sulle loro orme facendo conseguire alle rispettive aziende liquoristiche lusinghieri risultati in campo nazionale e internazionale. E per non berlo a stomaco vuoto ci si accompagnano prodotti tipici e pietanze che fanno leccare i baffi. farlo bere
A Fara San Martino, borgo immerso nella natura e capitale della pasta, sono presenti tre noti pastifici di livello mondiale: De Cecco, Cocco e Delverde. Gran merito è dell’acqua delle sorgenti del fiume Verde, sia perché è forza motrice delle macchine di produzione, sia per le caratteristiche oligominerali che fungono nell’impasto da ottimo legante con la farina, unitamente all’amore e alla professionalità dei locali pastai. È usanza esaltare l’altissima qualità della pasta con il ragù di agnello, un superbo primo piatto, ma i risultati sono egualmente eccellenti con un semplice sugo di pomodoro oppure aglio, olio e peperoncino.
Villa Santa Maria è la località conosciuta in tutto il mondo come “patria dei cuochi” per aver dato i natali a dinastie di maestri gastronomi e ancor prima a san Francesco Caracciolo, patrono degli chef. Rinomato il suo Istituto Alberghiero costruito negli anni sessanta del secolo scorso con l’obiettivo di mantenere viva la tradizione. Con lo stesso intento, presso Palazzo Caracciolo, è stato istituito il Museo del Cuoco. Nel menù tutti i piatti tipici abruzzesi e i cellucci, dolce tradizionale, dalla forma di piccoli uccelli, con ripieno di marmellata d’uva, preparati in particolare in occasione della festa di Sant’Antonio Abate e nel periodo pasquale.
Borrello, in provincia di Chieti, è un piccolo paese caratterizzato da uno spettacolare paesaggio fatto di rocce a strapiombo, salti d’acqua e straordinaria vegetazione. Le cascate naturali del fiume Verde, prima di confluire nel fiume Sangro, sono le più alte dell’Appennino, nella “Riserva naturale Abetina di Rosello” qualificata come primo bosco vetusto d’Italia e di Europa. Qui svetta l’Albero dei Briganti, un abete bianco che con i suoi 50,25 metri di altezza, è riconosciuto come il più alto dell’Italia meridionale e il terzo albero spontaneo della Penisola. A tanto stupore, considerata la presenza di ottimi tartufi (bianco e nero) è bene aggiungere il sapore di un piatto di tagliatelle fatte in casa con funghi e tartufi.
L’Abruzzo è da bere a piccoli sorsi, da mangiare lentamente, da rimirare con quel tripudio di colori: affascinanti cime imbiancate e maestose chiome verdi che si stagliano nel cielo azzurro.