Categorie: Gabriele tra noi, un santo per amico

UN CIECO CHE GIRA IL MONDO DA SOLO

Alessandro ha 29 anni, è di Verona e sei anni fa, mentre si allenava lanciandosi con un paracadute da 1500 metri, neanche troppo per chi come lui lo faceva da oltre tre anni e da altezze di gran lunga superiori, con un atterraggio violentissimo entrò in coma. “Quando mi sono svegliato dal coma ero già cieco” racconta.

Passano due anni e un giorno, per caso, rimane da solo nella stazione di Cesena. È lì che gli si avvicina un uomo offrendogli aiuto. “In quell’esatto momento ho capito che avrei potuto muovermi senza dover pianificare, senza il bisogno di un’assistenza dedicata, ma affidandomi solo alle persone incrociate lungo il cammino”. È da quella stazione che ad Alessandro inizia a frullare un’idea per il cervello: un viaggio intorno al globo contando sulle proprie forze e sulla generosità delle persone incontrate per caso. Nasce così Light the Planet, il progetto che sta tuttora accompagnando Alessandro attraverso continenti e oceani, a dimostrazione del fatto che gli uomini sanno essere solidali. Con lui solo un iPhone, un bastone bianco in mano, un blog http://www.lightheplanet.net diventato una sorta di diario di viaggio, e la voglia di farcela.

Ha inizio così un lungo viaggio che lo porta in Africa prima, dove attraversa ben 25 stati, e poi in Europa per proseguire verso l’Asia e approdare in America dove attualmente si trova (Rio de Janeiro) per dimostrare che un non vedente può fare cose straordinarie: attraversare i continenti senza alcuna assistenza, contando solo sull’aiuto delle persone che incontra. Sì, perché Alessandro Bordini non conosce nessuna di quelle mani che lo stringono, di quelle voci che lo accompagnano quando per le strade chiede: “Scusi, saprebbe indicarmi un posto dove dormire?”.

Nel suo blog racconta i paesi che visita e la gente che incontra: “La parte più importante del viaggio sono gli incontri che faccio in ogni dove – spiega – dalle città che visito ai mezzi di trasporto. La generosità della gente è incredibile, senza di essa questa splendida avventura non sarebbe possibile”. Alessandro si muove a piedi, con taxi collettivi, in bus, in treno, in barca o nave e, quando proprio non può farne a meno, in aereo. Quando arriva in una città parla con la gente che incontra, cavandosela alla meglio con le lingue che conosce, spesso gli offrono ospitalità o al massimo alloggia in qualche albergo non troppo caro. “Tutte le volte che la gente, incredula, mi domanda: Da solo? – io rispondo: Non sono da solo, sono assieme ad altri 7 miliardi di persone!”.

In Alessandro, come in san Gabriele la preoccupazione che della vita non si sciupi nemmeno un istante diventa abbandono in Dio nella fede e nella speranza: “Siamo nelle mani di Dio”. Gabriele ieri, come Alessandro oggi che con i suoi viaggi illumina il pianeta, riesce a percepire la presenza di Dio nei fatti del giorno. Lo sa vedere dappertutto: un fiore, un frutto e ogni altra cosa sono come specchio dove vede riflettersi Dio e le sue perfezioni. Ogni creatura è “una facile comoda strada per salire a Dio”. Sente il bisogno di operare per la salvezza, senza sciupare tempo. Dice: “Non stiamocene con le mani in mano, perché il paradiso non è fatto per i poltroni”.                catiadiluigi@inwind.it