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Un compagno di banco chiamato Gabriele

Erano circa 10.000, i giovani dell’ultimo anno delle scuole medie superiori venuti al santuario per la preghiera di affidamento a san Gabriele e la benedizione delle penne. Le previsioni annunciavano pioggia, ma si sa: a quell’età non sono certo poche gocce d’acqua a far paura… e se poi, come spesso accade, marzo regala una giornata quasi primaverile… che la festa abbia inizio!

A dare una mano ai religiosi della comunità sono venuti i postulanti da Bari, i novizi da Orbetello (GR) e gli studenti da Napoli e un gruppo della gioventù passionista addirittura da Palermo.

Alle 7,30 il piazzale è un pullulare di gente al lavoro: bisogna finire di installare il gazebo della musica, il gonfiabile della cartolina, e organizzare la gestione della pagina social.

Attorno alle 9,00 arriva un primo manipolo di ragazzi poi, un po’ alla volta, i gruppi si moltiplicano: una folla vivace, sorridente e pulita sale verso il santuario. Intanto alcuni liceali aquilani si organizzano per la foto di classe. Poco più là c’è il vescovo monsignor Leuzzi intervistato da una televisione locale. Preso congedo da quella, viene dai giovani e si intrattiene in una amabile quanto gradita conversazione. In poche battute il vescovo li incoraggia a non smettere di impegnarsi, e a non perdere i contatti tra loro dopo il diploma.

Durante la messa il cielo si chiude. Arriva la pioggia.

La benedizione delle penne si svolge in chiesa: terminata la messa, un gruppo di sacerdoti armati di secchiello e aspersorio si mette in movimento verso le navate per benedire le penne. Qualcuno espone un cartello: “Benedici anche il nostro cervello”. Poi tutti in cripta a pregare.

È uno spettacolo stupendo ordinato, rispettoso e colorato… in una parola giovane.

E intanto fuori, è tornato il sole.

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