iniziativa della Consulta diocesana ligure
Si chiama È buono il primo franchising sociale in Italia per creare opportunità formative e lavorative a favore di ragazzi ex ospiti di comunità per minori e case famiglia. È fatto da materie prime, tutte naturali, senza preparati e semilavorati industriali
Il gelato è buono perché è fatto con materie prime di ottima qualità, provenienti da cooperative sociali e da chi gestisce terreni confiscati alla mafia; è buono perché dà a ragazzi che hanno storie di sofferenza alle spalle la possibilità di imparare un mestiere e di costruirsi un futuro migliore. è buono è il primo franchising sociale in Italia, nato da un’idea della Consulta diocesana della Liguria nel 2015 con una prima gelateria a Genova, seguita da una seconda a Bologna, quest’estate è arrivato anche a Nervi, sulla passeggiata Anita Garibaldi. Tra Genova e Bologna, lavorano 12 ragazzi tra i 17 e i 30 anni che hanno un passato in case famiglia o case di accoglienza.
L’idea è venuta a Fabio Gerosa, direttore generale dell’associazione Consulta diocesana di Genova nel 40mo anniversario della nascita: “Abbiamo pensato a un progetto per i nostri ragazzi ‘grandi’, quelli che noi chiamiamo resilienti che hanno vissuto alcuni anni della loro vita nelle nostre case famiglia. Crescendo hanno dimostrato abilità: con loro abbiamo voluto creare una realtà imprenditoriale”. Le materie prime quindi provengono da cooperative sociali e da frutteti sorti sui terreni confiscati alla criminalità organizzata, prodotti realizzati dalle carceri italiane, dal commercio equo e solidale e a chilometro zero.
L’idea del gelato è venuta fuori “perché la vita è fatta di incontri – ha raccontato Fabio gelosa -. Una nostra amica in pensione mi ha telefonato chiedendomi di fare qualcosa per questi nostri ragazzi. Insieme, ci è venuta l’idea del gelato. Così abbiamo cercato di condividere insieme con loro l’idea di base che dopo uno o due anni nel punto vendita, possono diventare imprenditori di se stessi, non da soli, ma sempre con gli altri aprendo magari un altro punto in franchising”.
Quello di è buono non è però il primo progetto sociale portato avanti dalla Consulta diocesana ligure. Nel 2012, infatti, si è costituita la Cooperativa Sociale Agricola “Pane e Signore” che offre lavoro e crescita umana ai giovani in uscita dalle strutture tutelari. “Pane e Signore” è un’espressione di san Luigi Guanella che intende bene il nutrimento di cui ogni uomo necessita nel corso della propria esistenza, specialmente quando è giovane, ma dice anche di un modo di intendere il lavoro, come funzionale allo sviluppo della persona. Un “tutto” legato alla terra, alle radici del nostro essere uomini. L’agricoltura è lo strumento per arrivare in fondo a questo cammino. La disponibilità da parte della Casa dell’Angelo e delle strutture aderenti alla Consulta diocesana di vasti appezzamenti di terreni incolti o sotto-utilizzati ha fatto scaturire una riflessione sulle possibilità di creare posti di lavoro per giovani in uscita dalle strutture tutelari nel settore dell’agricoltura, recuperando i terreni a disposizione con coltivazioni di prodotti tipici del territorio, biologici, di qualità e distribuiti a Km zero. Attraverso il lavoro agricolo i ragazzi si sentiranno capaci di fare, immagineranno un lavoro nell’agricoltura, oppure una piccola bottega, un inserimento nei gas (gruppi di acquisto solidale) o molto altro ancora.
La Consulta diocesana fin dalla nascita si è occupata in particolare dei minori che per decreto del tribunale sono affidati ai servizi sociali e alle comunità di accoglienza: dalla sua nascita a oggi può contare su una rete di oltre mille persone tra volontari, operatori e mamme con bambini ospitati nelle case di accoglienza. Hanno a disposizione due spazi dedicati ai neonati in stato di adattabilità, accolgono mamme con bambini, giovani tra i 6 e i 12 anni e adolescenti. L’idea che sta dietro ai loro progetti sociali – nel 2016 con il progetto “Dal volontariato al volo imprenditoriale” realizzato con Costa Crociere la Consulta ha vinto il premio Esperienze innovative di partnership sociali proposto da Confindustria Genova e Celivo – Centro servizi per il volontariato – è occuparsi di questi ragazzi dopo i 18 anni, dare loro una prospettiva per andare avanti da soli, costruendosi un futuro, riscattandosi da un passato che li ha visti abbandonati.