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Una gita scolastica a misura di Giulia

Hanno pensato il percorso proprio per lei. Spostamenti semplici, zero barriere architettoniche e soprattutto i tempi: un giro ridotto per i monumenti principali del centro storico. Perché Giulia, 14 anni, iscritta alla seconda media dell’istituto comprensivo Padre Pino Puglisi di Brancaccio a Palermo, fin da quando era molto piccola è costretta a muoversi sulla sedia a rotelle.

È questa la storia di un gruppo di ragazzini che ha pensato di organizzare una gita scolastica a misura di Giulia. “Abbiamo reso partecipi tutti i compagni dell’organizzazione – racconta Domenico Buccheri, professore alla Puglisi – Giulia del resto è una risorsa per tutta la classe, perché mette in moto dei meccanismi relazionali che i ragazzi non conoscono”.

Hanno preso il tram tutti insieme. Anche Giulia. Con lei c’erano gli assistenti del comune e l’insegnante di sostegno che non l’hanno mollata un attimo. Sotto il sole cocente, con il suo cappellino bianco, ha attraversato l’isola pedonale di via Maqueda fino alla cattedrale. Con i compagni ha fatto un giro all’interno del duomo, ha visitato la tomba del beato Pino Puglisi e poi si è fermata sul sagrato con gli altri per fare merenda. Niente visita sui tetti della cattedrale, per evitare che Giulia potesse avere qualche difficoltà. Lei non parla, ma comprende ogni cosa.

Così con i compagni non faceva altro che ridere e scherzare. “Mi occupo di Giulia da anni – dice l’assistente Rita Rosone – giornate come questa ci vogliono perché la fanno sentire davvero una del gruppo. Tutti la amano e si relazionano con lei al meglio. A scuola fa tante attività, ma è fuori che può vivere davvero l’integrazione con gli altri”.

Dopo la sosta in cattedrale i ragazzi hanno proseguito lungo corso Vittorio Emanuele con un passaggio al mercato di Ballarò che non tutti conoscevano. Poi sono arrivati fino alla chiesa di San Domenico per visitare la tomba di Falcone e poi la Vucciria. “È bello stare con lei – commentano Giovanni e Giusy, compagni di Giulia – ormai la conosciamo e riusciamo a comprenderla. È stata una bella gita perché l’importante è stare tutti insieme. Senza di lei non sarebbe stata la stessa cosa”.

Come Giulia è una risorsa perché costringe le strutture e la società stessa a riflettere sulla sua reale vocazione e pone domande essenziali sul senso della vita, la santità è una possibilità, una risorsa per l’umanità. I santi come i diversamente abili, spesso sono derisi, emarginati, non considerati, ma rivelano il senso vero della vita. San Gabriele a volte veniva deriso dai suoi compagni, lo consideravano un santarello senza voce e senza forza. Dopo 30 anni dalla morte, la sua tomba si frantuma e dove c’era la morte c’è la vita, dove la tomba ora un santuario. Se la disabilità è una risorsa, la santità è una risurrezione.           catiadiluigi@inwind.it

 

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