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Un’adozione che ci lascia smarriti…

Non so se la rubrica sia quella giusta per cercare di alleviare in qualche modo il grosso peso che io e mio marito ci portiamo dentro… Circa 13 anni fa abbiamo adottato un bambino bellissimo. Dolce, tenero, affettuoso… Col passare degli anni, però, la situazione è radicalmente cambiata. Nonostante il grande amore, le attenzioni e tanta buona volontà, una volta nella fase adolescenziale si è trasformato procurandoci numerosi problemi e sofferenze. A scuola, nelle relazioni sociali, a casa… È diventato un adolescente ribelle, aggressivo, refrattario al nostro amore… Noi comprendiamo perfettamente la “sofferenza” di chi è stato adottato e sa di essere stato abbandonato, con varie motivazioni, dai “veri” genitori. Però ciò che ci sta accadendo è veramente duro da sopportare. Siamo smarriti dinanzi a tanta irriconoscenza e cattiveria… In cosa abbiamo sbagliato? Io non posso avere figli e questa situazione mi sta lacerando, giorno dopo giorno. Sapevamo dei problemi di un’adozione, nessuno di noi ha mai pensato di “rimpiazzare” il figlio tanto desiderato e che non avevamo potuto avere… Infatti abbiamo fatto questo passo con l’obiettivo principale di offrirgli una famiglia e un avvenire. È stato questo il nostro errore?

Siamo veramente avviliti.                           L e M

 

Neanche io so se posso dirvi qualcosa. Ci provo. Secondo me però non è giusto farsi delle colpe. Non ci sono colpe c’è una situazione da affrontare, analoga a tante situazioni con i figli adolescenti qui con un peso in più: il fatto, da parte del ragazzo, di essere adottato. Anni fa ho vissuto da vicino una analoga situazione. Un figlio adottato, dalla fanciullezza adorabile che, una volta diventato adolescente, ha proprio rovesciato il tavolo. Si è messo alla ricerca dei genitori naturali, supportato e incoraggiato dagli stessi genitori adottivi. Sono passati anni ma, alla fine, dopo la tempesta non solo è tornata la calma ma anche un rapporto rinnovato di genitori e figlio.

La scoperta, forse, che il figlio è anche, se non soprattutto, di chi lo ama e lo educa alla vita. In certi momenti, però, come può essere nell’adolescenza, sorgono tante domande sul perché del rifiuto e dell’abbandono da parte dei genitori naturali. Possono essere domande angosciose, con risvolti di grande tristezza, inadeguatezza o di rabbia verso tutto e tutti. Non è semplice sentirsi diverso in un contesto dove, la normale “cattiveria” di una relazione con gli amici, con i compagni, con la scuola, porta a sottolinearlo più o meno consciamente. Se lui conosce il fatto di essere stato adottato (come giusto che sia) e se questo viene sottolineato in qualche modo nelle relazioni che ha, può creare una ferita che sanguina nell’intimo. Anche questo è un lutto da rielaborare. E qui va compreso, aiutato e, magari, accompagnato da qualche consulente familiare o psicologo.

Io vi auguro che la vostra storia possa finire come quella che accennavo. In quel caso i genitori adottivi hanno cercato sempre di essere presenti dando l’impressione (alla fine riconosciuta dal figlio) che loro c’erano sempre e lui, il figlio, poteva sempre e comunque contare su di loro perché lui era sempre il loro figlio. D’altra parte a tutti, più o meno, capita che in certi momenti della via, in alcune situazioni, certe figure autorevoli hanno acquisito, magari per un periodo, la figura dei genitori per averci preparato ad affrontare particolari problemi della vita. Per voi non è solo un momento ma è semplicemente la vita sapendo che generare un figlio non significa solo partorirlo ed essere genitori non è solo un fatto di sangue.

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