Se hai prenotato una visita specialistica alla Asl dell’Aquila e l’appuntamento è fra tre mesi e nel frattempo, per non aspettare di rimetterci la pelle, hai deciso di accelerare rivolgendoti alla sanità privata, attenzione. Se nei tre giorni precedenti la visita alla Asl non hai disdetto aspettati la notifica dall’Agenzia delle entrate (o riscossione) della cartella esattoriale con la richiesta di pagamento del ticket per visite o esami non disdetti. Tutto regolare secondo una legge dello Stato (d.lgs. 124 del 29.04.1998). Superato il termine di tre giorni, dunque, si è tenuti a pagare. Le cartelle notificate nelle scorse settimane a ignari cittadini sono migliaia. Riguardano gli anni passati, anche oltre cinque. È regolare chiedere pagamenti oltre un lustro? Sulla prescrizione i pareri sono contrastanti. C’è chi sostiene che indietro di cinque anni non si possa pretendere alcunché. La Asl, invece, dice che gli anni per la prescrizione sono dieci.
Fin qui i fatti di cronaca. Riflettiamo un momento. Sicuramente è un principio di civiltà lasciare spazio agli altri quando si è impossibilitati a rispettare un appuntamento. Oddio, sarebbe forse anche più civile non fare aspettare i malati mesi per una visita specialistica. Ma questo è un altro discorso. Torniamo alle cartelle esattoriali. Chi prenota visite o analisi alla Asl (è intuitivo) sono gli anziani. Sono pochi quelli che, superata la soglia dei 65 anni, possono rendere tracciabile la disdetta dell’appuntamento. Per tracciabilità si intende la comunicazione attraverso una mail. Ma quanti la posseggono? Basterebbe telefonare per disdire? No, perché la telefonata non è registrata. Dopo 5 o 10 anni quale operatore telefonico verrebbe a testimoniare di aver ricevuto la tua telefonata? E se il paziente sostiene di aver telefonato per disdire l’appuntamento come può la Asl dimostrare di non aver ricevuto la segnalazione?
Un vero guazzabuglio. Alcuni utenti non in vena di conteziosi con l’Agenzia delle entrate hanno già pagato. Come dare loro torto. Fare ricorso entro i canonici 60 giorni rivolgendosi a un legale costa molto più che pagare il ticket della mancata visita. Forse proprio su questo contano le istituzioni zelantemente inflessibili nei confronti di chi non ha soldi, tempo e voglia (insomma, i più deboli) per far valere le proprie ragioni. Pagare e basta. Anche se è un’ingiustizia.