Lettere

Lettera 18

All’Ill.mo Sig.re Proñe Col.mo
Il Signor Sante Possenti Spoleto

I.X.P.
Car.mo Padre

Morrovalle, 27 maggio 1858

Veramente metto la penna in carta con un poco di scrupolo, vedendomi io unicamente solo che così spesso scrivo; questo basta per togliervi da ogni ansietà. Vi accuso la ricevuta dei denari a voi noti; e se starò qualche tempo, salva sempre qualche disgrazia, non vi faccia specie.

L’efficacia della devozione al sacro Cuore di Gesù, che si va sempre più dilatando, mi spinge a chiedervi in titolo di carità un numero quale a voi piace di copie di una tale devozione, per poterla dilatare. Non vi assegno il numero; solo vi fo conoscere che per ogni aggregazione ci vogliono nove libretti, come ad Enrico è ben noto. Dunque mi rimetto alla vostra carità, che vorrete fare ad un figlio, facendovi riflettere non essere ciò per voi senza merito. Presso codesta libreria pure sono stampati. Su di ciò ve ne anticipo i ringraziamenti.

Potrete rimetterli come a voi piace, a scanso sempre della posta.

Gradirei che oggi stesso Enrico si procurasse il libro intitolato L’Amor di Maria del P. Roberto eremita camaldolese di Monte Corona, e ciò potrà farlo presso qualche frateria, ché la troverà facilmente. Questo è una continua serie di miracoli ed esempi assai dilettevole a leggersi, e vorrei che un fratello ve lo leggesse ogni giorno in camera, ascoltandolo tutti quelli che potessero, onde conoscere così Maria e quanto essa possa per noi.

Enrico poi tosto prudentemente si adoperi affinché sia letto in congregazione. Se ciò ardentemente desidero, ve lo dica la brama che ho della vostra salute. Ma non molto minore è il desiderio che non si risappia affatto per carità avervi io ciò scritto: la ragione non posso dirvela. Solo vi accenno che ne potrebbero venir delle conseguenze. Pensateci voi ad inculcarlo ai fratelli. La Madonna ve la ripagherà.

Io sto benissimo. Ricevete i saluti dei miei superiori, e chiedendovi la santa benedizione mi dico

vostro aff.mo figlio
Conf. Gabriele di Maria Addolorata