Lettere

Lettera 19

All’Ill.mo Sig.re Proñe Col.mo
Il Signor Sante Possenti Spoleto

I.X.P.
Car.mo Padre

Pievetorina, 2 agosto 1858

Suppongo che già per mezzo di zio avrete conosciuto il mio traslocamento in Pievetorina, dove abbiamo cominciato lo studio della filosofia, perciò su di ciò non mi distendo; sono però a pregarvi che al più presto possibile mi rimettiate, se così vi piace, unitamente a quei libretti del sacro Cuore di Gesù, le seguenti cose: il libretto intitolato “Il mese di Maria Addolorata” che sta confuso con gli altri libri sopra il tavolinone; il 1. cartello di filosofia che imprestai a Mariani, con l’ultimo della stessa filosofia che lasciai; l’istruzione e formule per ascrivere alla Madonna del Rosario e Addolorata, e per meglio in ciò riuscire si può portare Enrico dai Domenicani e Serviti e farsi dare, oltre l’elenco degli obblighi e delle indulgenze annesse a tali ascrizioni, una distinta notizia intorno al benedire sia le corone che gli abitini, le suddette formule, e una dichiarazione di tutti quei dubbi che possono succedere sia nella forma e requisiti degli abitini, sia ancora nel poter esentare, o commutare in altro, gli obblighi annessi alle suddette; facendo notare ai superiori delle due dette religioni che il sacerdote, che desidera queste cose, non ha altro che le facoltà per poter benedire e ascrivere, perciò abbiano la pazienza di esaminare ciò che manca, onde possa tutto farsi con la migliore precisione. Ciò che ho detto della Madonna addolorata e del rosario, intendo dirlo anche del Carmine; facendo rilevare a P. Bartolomeo che quando io mi ascrissi mi ingiunse, per quanto mi ricordo, 7 Pater Ave Gloria. Ora, non potendo giornalmente adempiere ad un tale obbligo, vi prego significargli che dico però l’ufficio divino, opera ordinaria per la soddisfazione di tutti gli obblighi, e ciò gli può servire di regola.

Che se, per ovviare ogni dubbio o difficoltà, mi potessi di nuovo ascrivere, come se mai non mi fossi ascritto, lo avrei assai a caro, poiché, oltre l’indulgenza nel giorno stesso dell’aggregazione, quel sacerdote della nostra Congregazione munito di una tale facoltà può mettermi in chiaro i miei obblighi, e questi stessi commutarmi in caso di impossibilità, conoscendo appieno le mie occupazioni.

Su tutto vi prego a mandarmi una distinta e chiara spiegazione che non mi possa generare alcun dubbio. Se non vi è altra occasione pronta per una tal commissione (poiché la desidererei prima che spirasse il corrente mese), a mio parere potreste mandare per mezzo di qualche occasione attenente a Romoli, o a qualche altro di Camerino, pregandoli che tosto ricevutolo lo diano al postino di Pievetorina, il quale lo consegni ai Passionisti.

Io insieme a Gismondi ci troviamo benissimo. Salutatemi P. Bompiani e tutti di casa, e vi prego a non dimenticarmi giammai nel santo rosario, che voglio credere per nessuna circostanza abbiate mai a lasciare, dicendo lo stesso a Pacifica; assicurandovi che neppure io mi dimentico di voi, e chiedendovi la santa benedizione mi dico

vostro aff.mo figlio
Conf. Gabriele di Maria SS.ma Addolorata

P.S. Il nome del sacerdote, presentemente mio Padre Lettore, richiedente tale facoltà e a cui potrete dirigere tale involtino, è Padre Norberto di S. Maria dell’Orto. Vorrei sapere se, per non stare a ribenedire gli abitini, colui che ha la facoltà di benedire può benedire la persona e così, guasto che sia un abitino, se ne possa indossare un altro senza bisogno di benedire. E se ciò può farsi riguardo tanto a quello del Carmine come gli altri, o se ad alcuno soltanto. Ricevete i saluti del mio ottimo Padre Lettore.

 

Car.mo Fratello (Michele)
Ti prego a mandarmi per mezzo di questa occasione insieme alle suaccennate cose, quel libro manoscritto da te composto, dove vi sono delle cose di fisica, grande come mezzo cantone di carta, dove vi è, per esempio, il modo di ripulire le cose, gli ottoni, le cose indorate etc. Se non te ne puoi espropriare mandalo poiché, al più presto copiate quelle cose che possono servire, te lo farò tosto riavere; fammi questo piacere e te ne sarò obbligato. Raccomando a te e a Cencio di non andare alle conversazioni e teatro. Non lasciar mai quella devozione che ti sei proposto di praticare a costo della vita. Confida in Maria. Vivi in pace.

Pacifica ti dirà il rimanente.